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Un celeberrimo esempio di fusione tra musica classica e jazz, Rhapsody In Blue è una composizione per pianoforte di George Gershwin il quale la scrisse nel 1924 e, sempre nello stesso anno, la presentò in veste di pianista di Paul Whiteman e la sua band. Fu proprio Paul Whiteman a voler (insistentemente, tra l’altro) commissionare un’intero concerto a Gershwin per la sua esibizione con la band alla Aeolian Hall di New York, quello che si prospettava essere un eccezionale evento musicale, al quale si attendevano tra il pubblico anche musicisti quali Sousa e Rachmaninoff: questa sua volontà era motivata proprio dall’ambizioso progetto di allestire un vero e proprio concerto di musica classica da contaminare con il jazz, un esperimento ambizioso e anche pionieristico visti i tempi.
George Gershwin ha raccontato di aver concepito questo brano nella sua forma definitiva durante un viaggio in treno verso Boston, ispirandosi al ritmo scandito dall’incedere del vagone sui binari; non fece altro che adattare la melodia che già aveva in mente alla cadenza suggeritagli dal treno.
Due arrangiamenti orchestrali piuttosto noti sono stati elaborati per quest’opera dal musicista e compositore Ferde Grofé, uno nel 1926 e l’altro nel 1942. Oggi Rhapsody In Blue è considerata una delle migliori opere da concerto della storia americana.

Spartito per Pianoforte

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Alberto Moneti
36 anni, polistrumentista: pianoforte, chitarra, batteria, clarinetto. Ha conseguito la licenza in teoria musicale e solfeggio presso il Conservatorio Cherubini di Firenze. Dal 1997 è organista presso la Basilica di Santa Maria del Sasso, a Bibbiena (AR).