Ridurre questo album alla sola hit mondiale “Seven Nation Army” è a dir poco riduttivo. Qui di carne al fuoco ce n’è in abbondanza, il duo strampalato di Detroit mescola infatti blues, punk e psichedelia con ritmiche tanto banali quanto ipnotiche. Il risultato non è ben definito, ma la scia che lascia dietro di sé è enorme. La figura di Jack White viene infatti assunta a quella di rocker del nuovo millennio, e il giovanotto dimostrerà tale stoffa anche in futuro, ritagliandosi spazi e collaborazioni importanti.
Canzone rappresentativa: Seven Nation Army
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L'autore del post
Alberto Moneti
34 anni, polistrumentista: pianoforte, chitarra, batteria, clarinetto. Ha conseguito la licenza in teoria musicale e solfeggio presso il Conservatorio Cherubini di Firenze. Dal 1997 è organista presso la Basilica di Santa Maria del Sasso, a Bibbiena (AR).
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