Consideriamo la seguente domanda: “Se le note che taluni strumenti sono in grado di eseguire (vedi ad esempio il pianoforte) sono così tante, come le si può rappresentare tutte con solo il pentagramma?”
Risposta: il pentagramma da solo non basta, occorre un espediente che consenta di abbracciare un’estensione musicale/sonora molto più ampia di quella rappresentabile entro i suoi 5 righi.

Tale espediente si chiama chiave musicale: essa serve a cambiare la nomenclatura delle note del pentagramma su cui è apposta.

In altre parole la stessa nota posta sullo stesso rigo nel pentagramma avrà il nome in base alla chiave riportata all’inizio di quello stesso pentagramma.

 

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Alberto Moneti
36 anni, polistrumentista: pianoforte, chitarra, batteria, clarinetto. Ha conseguito la licenza in teoria musicale e solfeggio presso il Conservatorio Cherubini di Firenze. Dal 1997 è organista presso la Basilica di Santa Maria del Sasso, a Bibbiena (AR).