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Debussy scrisse il suo primo libro di Preludi tra la fine del 1909 e l’inizio del 1910, mentre il secondo ed ultimo sarebbe arrivato 3 anni dopo. Entrambi si compongono di 12 brani, ciascuno di essi con un titolo proprio, dei quali il Preludio n.8 del primo libro è quello indubbiamente più noto, sicuramente perché semplice ed orecchiabile, ma forse anche perché piuttosto distante dai canoni stilistici di Debussy in quegli anni. Esso, che tradotto dal francese significa La ragazza dai capelli di lino, prende il suo nome da una poesia di Leconte de Lisle, pseudonimo col quale è conosciuto il poeta Charles Marie René.
È risaputo che Debussy già si era ispirato a quest’opera per una sua composizione di quasi 30 anni prima, sebbene questa fosse completamente diversa dal Preludio n.8, che però non fu mai pubblicata.
Come gran parte del repertorio del musicista francese e sicuramente per tutti i 24 preludi, anche questo è una musica impressionista, che si rifà ad una immagine nitida, quella di una bionda ragazza collocata in un ambiente pastorale delle campagne scozzesi. Per evocare questo spirito “folk” Debussy usa molto le scale pentatoniche, ottenendo così anche quell’orecchiabilità inusuale di cui sopra.

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Edizione alternativa
Licenza: Montréal: Les Éditions Outremontaises, 2007
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L'autore del post

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Alberto Moneti
36 anni, polistrumentista: pianoforte, chitarra, batteria, clarinetto. Ha conseguito la licenza in teoria musicale e solfeggio presso il Conservatorio Cherubini di Firenze. Dal 1997 è organista presso la Basilica di Santa Maria del Sasso, a Bibbiena (AR).